Quella del Salento è una storia lunghissima che ha visto questa terra rivestire il ruolo di ponte culturale tra Oriente ed Occidente.
Porto di scambi commerciali con centinaia di km di coste protese ad est, ma anche luogo di approdo per pellegrini o viaggiatori ed infine anche testa di ponte per le tentate invasioni saracene, tutti questi fattori hanno contribuito a creare un territorio multiculturale sotto innumerevoli aspetti.
Possiamo citare i più evidenti come quello gastronomico, l’architettonico e persino il linguistico, tuttavia proprio lo spirito delle genti salentine è ispirato da un profondo orgoglio non solo per le proprie origini, ma anche per la posizione geografica del tutto peculiare.

 

L’Alba dei Popoli in Salento
Ciò si riscontra in maniera speciale nei dintorni di Otranto, la provincia più ad est di tutta Italia e la prima a ricevere i raggi del sole nascente ogni mattina. Le genti locali vivono questo ruolo e questo legame con il sole e la civiltà mediterranea celebrando ogni anno a cavallo di San Silvestro l’Alba dei Popoli, evento e rassegna culturale che enfatizza l’intreccio tra culture ed etnie e la posizione di porta tra i mari di Punta Palascia.
Il faro qui posizionato non è agevole da raggiungere: lontano dalle affollate spiagge, praticamente isolato, ci si arriva attraverso un percorso tra roccia e macchia mediterranea, e giunti alla sua base si potrà vivere un’esperienza intima e silenziosa, profondamente suggestiva. Non è certo un caso che la Commissione Europea tuteli questo faro tra i 5 più importanti del Mediterraneo!
Scegliere di trascorrere le proprie vacanze in Salento, stabilendo la propria base in uno delle innumerevoli strutture ricettive quali gli hotel, le case vacanza oppure i b&b a Lecce e nella sua provincia, è anche un modo per regalarsi questo splendido buon auspicio, facendosi baciare dal Primo Sole!

Influenze bizantine sulla cultura salentina
Crocevia tra i popoli e le lingue, il Salento risente nelle sue tradizioni e nella cultura di influenze romane, bizantine, normanne, aragonesi… ce lo rivela ad esempio il Griko, dialetto che fonde il salentino con il greco-bizantino. Ce lo mostrano le evidentissime tracce di architettura anch’essa di stampo bizantino, come la Basilica di San Pietro ad Otranto.
Ci viene invece incontro, ogni volta che osserviamo i litorali, il ricordo del giogo al quale i salentini sono stati soggetti per oltre un secolo, ovvero la minaccia dell’invasione turca: lo scopriamo attraverso le innumerevoli torri costiere di avvistamento che fungevano da baluardo e da allarme per l’entroterra.
Ovunque ci si orienti, nel Salento si scopre un mondo fatto di commistioni e contaminazioni, anche a tavola, dove tra piatti a base di ingredienti mediterranei e poveri legati alla tradizione contadina spuntano sempre dettagli più orientaleggianti quali l’ampio uso, specie per la preparazione dei dolci, di miele, cannella o mandorle, usanza derivata proprio dalla cultura gastronomica bizantina.

È tutto il corredo culturale salentino a richiamare uno stile bizantino e di stampo paleocristiano, con testimonianze spesso ancora nascoste o svelate solo in parte; e se la Battaglia di Lepanto nel 1571 ha segnato la fine della minaccia saracena sull’occidente ed una conseguente rinascita anche del Salento, non ha però potuto rimuovere tutte le orme disseminate nel corso dei secoli precedenti!